venerdì 29 luglio 2011

Dubbio Iperbolico

Analizziamo le nostre conoscenze: esse sono in modo evidente date solo a partire dall'esperienza, essendo anche le "scienze pure" costruite comunque sull'astrazione di termini concreti (si pensi agli insiemi, base della matematica, o alle definizioni alla base della geometria; per non parlare poi delle scienze fisiche). Di conseguenza ritengo si possa del tutto rifiutare l'idealismo (in un futuro articolo sfrutterò anche argomenti propriamente filosofici per confutare una pretesa idealistica ricavabile razionalmente). Si potrebbe esse portati come conseguenza ad adottare una prospettiva kantiana della gnoseologia: le categorie paiono a ben vedere costituire la conoscenza. Ma analizzando meglio queste categorie, si nota che esse sono ricavate riflettendo sulla nostra facoltà di conoscere: di fatto, sono inventate nell'atto di trovare un principio generale che regola i nostri pensieri, ma si tratta comunque di un modello, analogo a qualsiasi altro modello scientifico, e quindi non si può porre questa struttura di pensiero a fondamento dell'intera conoscenza. Rimane ora da considerare la prospettiva empirista: ma anche essa presenta dei limiti, in quanto non possiamo avere certezza dell'esistenza di un mondo esterno, né abbiamo la possibilità di conoscere l'ipotetica cosa in-sé.

Quindi, in prima analisi, pare che tutte le riflessioni filosofiche del passato si arenino di fronte al dubbio iperbolico, e che di fatto si possa scegliere fra una prospettiva puramente scettica o sulla credenza di un qualche principio universale (l'Io, Dio, il Mondo a seconda della prospettiva). In realtà c'è un principio che anche il dubbio scettico fatica a scardinare: la nostra propria esistenza ( il << Cogito ergo sum >> opposto da Cartesio al dubbio iperbolico, il << Si fallor, sum >> opposto da Agostino agli scettici del tempo ). A ben vedere, qualsiasi ragionamento svolgiamo non riesce a mettere in dubbio la nostra stessa esistenza: non sappiamo ciò che siamo, ma sappiamo che siamo. Siamo un programma su pc? Siamo un'illusione? Tutto è un'illusione? Potrebbe. Ma saremmo comunque qualcosa.
Argomentare che la stessa facoltà conoscitiva limitata, o addurre una qualsiasi altra motivazione, per dire che siamo noi che non riusciamo a concepire la possibilità di pensare senza esistere è di per sé un controsenso: la nozione di esistenza è appunto una nozione, un qualcosa che noi assegniamo ad una determinata realtà, arbitrariamente, di conseguenza dobbiamo NECESSARIAMENTE ammettere la nostra propria esistenza.

Questo è il Grande Scettico, non è colui che di fronte a qualsiasi cosa afferma "non v'è certezza", e non è neanche colui che non trovando sicurezza nell'esperienza cerca di fondare tutto sulla razionalità, dall'Io al Mondo mediante identità (o mediante Dio); è colui che rendendosi conto che nulla sfugge al dubbio iperbolico, nemmeno la facoltà stessa di dubitare, trova come unico punto fermo la certezza della propria esistenza, come intuizione strettamente necessaria, che si manifesta nell'atto stesso di pensare e dubitare (indipendentemente da cosa il pensare ed il dubitare siano in realtà e se vi esista una realtà).

giovedì 28 luglio 2011

Salve a tutti

Con oggi comincio l'avventura di scrivere un blog d'opinione, in cui poter dire la mia su questioni scientifiche, filosofiche e politiche (ed anche su cavolate, ma tali post dovrebbero essere il minimo).

Inizialmente sia come url che come nome avrei preferito qualcosa di più neutro, tuttavia vista l'esiguità dei nomi disponibili ho optato per mostrare direttamente il punto di arrivo dei miei ragionamenti: essi si muovono sulla scia di Nietzsche, ma da un lato memore del cogito di Cartesio, dall'altro seguace di una linea empirista radicale, giungo a conclusioni in parte diverse.

Le mie scelte in ambito politico/sociale differiscono in parte dalle conseguenze speculative della mia ricerca: sostanzialmente sono in accordo con la dottrina liberale, sebbene anch'essa imperfetta, e trovo di assoluta modernità l'opera politica di John Stuart Mill.

Probabilmente direte (sempre ammesso che qualcuno legga questo blog): ma questo in base a cosa pensa di avere il diritto di parlare? ecc ecc. E' vero, sono solo un (ex)liceale, ed è vero, non mi sono mai distinto dagli altri studenti di alto livello. Tuttavia i miei ragionamenti mi paiono fondati su logica abbastanza stretta, e pertanto penso possano avere una qualche utilità anche ad altri.